Nel panorama odierno i metodi utilizzati dalla maggior parte degli Educatori e Addestratori possono essere catalogati in due grandi aree: il metodo c.d. “gentile” ed i metodi c.d. “coercitivi”. Il mio metodo fa parte sicuramente della prima categoria (anche se non amo molto la definizione di “gentile”) e rappresenta la sintesi fra: tutte le esperienze vissute insieme ai miei cani sin dal 1987 e gli studi zooantropologici effettuati in questi anni. I risultati di tutti i miei sforzi sono testimoniati, in parte, anche dai numerosi attestati, certificazioni e brevetti conseguiti. L’osservazione e studio delle capacità cognitive, comunicative e relazionali del Cane, mi hanno permesso di mettere a punto un metodo di educazione/addestramento privo di elementi di sopraffazione, nel pieno rispetto delle sue caratteristiche ed esigenze etologiche.
Il metodo che ho sempre utilizzato negli anni, si basa sull’analisi delle strategie di adattamento che il Cane mette in atto nel rapportarsi con l’uomo. Ma soprattutto, nasce dall’aver compreso le enormi difficoltà che l’uomo ha nel codificare i messaggi corporei e vocali che il Cane ci invia. L’uomo ha infatti un grosso deficit sensoriale rispetto al nostro Amico a 4 zampe e cioè una notevole riduzione della capacità olfattiva che non gli permette di percepire le sostanze chimiche prodotte durante l’interazione. Il mio metodo insegna all’uomo le strategie idonee per ottenere una corretta comunicazione relazionale-cognitiva con il Cane, utilizzando al meglio e simultaneamente stimoli visivi, olfattivi, uditivi e tattili. Insegna, inoltre, una corretta gestione del proprio corpo nello spazio e delle proprie emozioni. Le corrette espressioni corporee e la capacità di gestione dello stato d’animo, infatti, permettono al cane una maggiore chiarezza delle nostre intenzioni, un minor stress emotivo nell’acquisizione delle informazioni trasmesse da noi e una maggiore fluidità nella costruzione di una vera relazione. Anche la percezione tattile diversa (più intensa di quella dell’uomo), l’intensità delle pressioni che avvengono durante la comunicazione intraspecifica (cane-cane) e interspecifica (cane-uomo) hanno un’importanza fondamentale.
Attraverso il mio metodo, insegno come, con quale intensità e su quali zone del corpo dell’animale fare pressione (parliamo di una pressione adeguata e consapevole), senza usare strumenti che provochino dolore o disagio al Cane. Tale pressione può infatti essere determinata semplicemente dalla vicinanza del nostro corpo – o parti di esso – con il Cane e può venir modulata rispetto all’intensità e dall’ampiezza della zona di contatto. Ad esempio: se è concentrata su un muscolo o più muscoli, su un nervo o più nervi, se è trasmessa dal calore dalle mani, dalla quantità di sudore o ”odore” (stati emotivi durante l’interazione con il cane) e dalla frequenza di contatto. Bisogna avere una buona conoscenza della fisiologia dello stress, della morfologia e delle parti anatomiche del Cane (in particolare le regioni della testa e le regioni del collo), una buona percezione dell’ambiente che circonda entrambi. Tutte queste informazioni fanno si che il Cane comprenda le intenzioni dell’uomo e, la risposta che ne nascerà, sarà direttamente proporzionale alla capacità comunicativa dell’interlocutore. Sarà comunque sempre influenzata dalle caratteristiche etologiche del Cane, dal suo patrimonio genetico, dall’ambiente e dalle esperienze vissute.
Il Cane è nostro Amico se saremo capaci di instaurare un rapporto di fiducia reciproco, facendo leva sui suoi processi cognitivi perché questo è l’unico modo per avere un soggetto in grado di riflettere e valutare quali azioni eseguire. In una parola, un Cane “sicuro” perché lo è la sua mente e non perché esegue delle azioni imparate in risposta a degli stimoli.
Per questo ho chiamato il mio metodo MIND SECURITY DOG ©